31.1.09

Pacchetto sicurezza (30/01/09)


Riportiamo il volantino distribuito alla manifestazione contro il Pacchetto sicurezza dello scorso 31 gennaio a Roma.

PACCHETTO SICUREZZA?
LOTTIAMO INSIEME CONTRO LA CRIMINALITA' DEI PADRONI!


Da lungo tempo un pesantissimo clima di repressione giudiziaria e poliziesca grava sulle lotte dei lavoratori e, in generale, su ogni lotta sociale. Come è ovvio, questo clima vede moltiplicarsi all'ennesima potenza i ”normali” episodi di impunità delle forze di polizia e delle aggressioni razziste. Si colpiscono alla luce del sole gli immigrati (i vigili urbani di Parma, di Roma, ecc. che mandano all’ospedale ragazzi che hanno l’unica colpa di essere “neri”) e i singoli (vedi il recente caso di Sandri); si colpiscono manifestanti e scioperanti, fioccano gli avvisi di garanzia e i rinvii a giudizio anche per le manifestazioni più innocue, anche per quelle di carattere sindacale e “sociale”. Il tutto mentre si riconsegnano le pistole ai vigili urbani (che hanno già ampiamente dimostrato contro quali soggetti usano la forza), si aumentano i poteri alle polizie locali e ai sindaci-sceriffi, si parla di appaltare le carceri ai privati, si ventilano 30 mila soldati in più nelle strade (sigh!), per non dire della spinta a limitare ulteriormente il diritto di sciopero ― con norme che ne stravolgono il contenuto ― e le libertà sindacali.

A questo inasprirsi della repressione si accompagnano le ultra-virulente campagne di criminalizzazione dispiegate contro i lavoratori (Brunetta e gli statali, i pensionati presentati come “privilegiati”, gli scioperi Alitalia o in ferrovia visti come “attacchi corporativi ai diritti dei cittadini”, ecc.) e, in special modo, contro i settori sociali più deboli: le campagne razziste che hanno di volta in volta additato gli albanesi, gli zingari, i rumeni, gli islamici come "il nemico". I lavoratori immigrati vanno bene due volte: per farsi sfruttare e creare ricchezza per il padrone (ancor meglio se soggetti al ricatto della clandestinità) e come capri espiatori per scaricare le tensioni sociali verso falsi bersagli.

In questo quadro si colloca quell’insieme di norme noto come “pacchetto sicurezza” (vedi riquadro) che ― come rilevato da esponenti della maggioranza in polemica con l'opposizione ― non è altro che l'attuazione (peggiorativa su singoli punti ma pur sempre un'attuazione) delle misure preparate dal governo Prodi-D'Alema-Ferrero appoggiato della cosiddetta sinistra radicale: PDCI, Verdi, SD e PRC (che avevano ministri in quel Governo!); centro-sinistra che, durante la campagna elettorale, aveva esplicitamente rincorso la destra sul terreno della sicurezza e che, sul piano locale, si era distinto per le proposte anti-rumeni di Veltroni, per i sindaci-sceriffi di Bologna (il buon Cofferati, che come sindaco non poteva rivelarsi meno reazionario che come sindacalista), di Firenze, ecc. Nell'attuale fase di crisi, il “pacchetto-sicurezza” garantisce schiavismo e bassi salari e, al contempo, con la sua demagogica propaganda che alimenta le spinte “di pancia” dei settori sociali più reazionari, lega al carro degli interessi del padronato gran parte della piccola borghesia e, purtroppo, settori consistenti di lavoratori.

L’insieme di queste misure dimostra che la borghesia si sente mancare il terreno sotto i piedi sul piano economico e reagisce, sul piano politico, usando sempre più il bastone e sempre meno la carota: di spazi reali per offrire carote, vale a dire per una politica realmente riformista, non ce ne sono più. Gli effetti della crisi sono ormai visibili, com'è ormai visibile che i padroni hanno tutta l'intenzione di far pagare a noi una crisi generata dal loro sistema, dal sistema che li pone al vertice dell'intero sistema sociale.
Il “pacchetto sicurezza” ha quindi come scopo primario quello di dividere il proletariato e giustificare misure eccezionali di controllo e repressione che possano colpire, come già fanno, qualunque tentativo di difesa politica e di riorganizzazione.

Tutto si tiene, perché queste questioni non sono legate soltanto ai piani politici bipartisan della borghesia e dei suoi Governi ma anzitutto alla realtà dell'attuale fase di crisi. Per questo motivo, ricostruire la capacità di una politica autonoma e indipendente dei lavoratori significa ricostruire la capacità di riannodare i fili di questioni che solo in apparenza sono separate, per comprendere che l’attacco è uno e tutti noi, come proletari, siamo sotto lo stesso attacco.


L’unica risposta possibile all’aggressione politica generale dei padroni sta nel porre la questione di ricondurre tutte le lotte, in special modo quelle dei lavoratori immigrati, a una opposizione politica unitaria, generalizzata e di classe di tutto il variegato fronte dei lavoratori. Questa è la sfida che tutti coloro che vogliono, o dicono (a cominciare dal sindacalismo di base e dalle sue direzioni) di volere fare un'opposizione conseguente e di classe devono raccogliere, a partire dai momenti concreti di mobilitazione che ci stanno davanti.

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― obbligo di dimostrare l’idoneità di alloggio per ottenere l’iscrizione anagrafica, che colpisce immigrati, senzatetto, occupanti di case, ecc.;
― possibilità di espellere cittadini UE se senza reddito o se indesiderati;
per chi è senza permesso di soggiorno:
― obbligo per medici e infermieri di denuncia se chiedono cure al servizio sanitario;
― divieto di riconoscere i figli quando nascono e di sposarsi legalmente;
― divieto di inviare soldi alla famiglia, attraverso il controllo delle banche e delle aziende di money transfert;
― aumento del periodo di detenzione nei LAGER (ora CIE- Centri di identificazione, ex CPT) fino a 18 mesi;
― nuova tassa per la richiesta o il rinnovo del permesso di soggiorno;
― condizioni più restrittive per acquisire la cittadinanza e, dulcis in fundo, l’ingresso e il soggiorno illegale nello stato passa da illecito amministrativo a reato penale: in poche parole, NON SI TRATTA DI IMPEDIRE L’ARRIVO DI LAVORATORI “IRREGOLARI” MA DI COSTRINGERE CHI ARRIVA IN ITALIA IN CONDIZIONI DISUMANE A POTER ESSERE PIEGATO A QUALSIASI USO DA PARTE DEL PADRONATO.

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NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO !
ITALIANI E IMMIGRATI: NESSUNA DIVISIONE PERCHE’ UNICA E' LA LOTTA DEGLI SFRUTTATI
PERMESSO DI SOGGIORNO AUTOMATICO E SENZA CONDIZIONI
CITTADINANZA AUTOMATICA A TUTTE LE PERSONE NATE IN ITALIA
CHIUSURA DI TUTTI I LAGER, CPT, CIE, ecc...

Travailleurs italiens et immigrés, mêmes patrons, même combat!
¡ Nativa o extranjera, la misma clase obrera !
Italian and Immigrant workers, same bosses, same fight!
العمال الايطاليين و العمال المهاجرين.
لنكافح معا لبناء اتحاد الطبقات العامله ، من اجل حقوقنا،ولمكافحة العنصريه.


Collettivo comunista di via Efeso - collcomunista.viaefeso@yahoo.it - http://www.collcomunista-viaefeso-roma.blogspot.com/
Corrispondenze metropolitane - cmetropolitane@yahoo.it Roma, 30-gennaio 2009 – fip. Via Efeso 2,b

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